Finalmente si è conclusa l'epopea cominciata nel lontano 2015: ieri sono arrivati anche gli ultimi pezzi che avevo prenotato su Kickstarter.
E finalmente posso dire due parole sull'intera vicenda.
Yu Suzuki, mettendoci la faccia, si è rivelato l'uomo degno di ammirazione e rispetto che tutti conosciamo. Se dovessi raccontare la travagliata storia di Shenmue 3 a uno che sbarca ora da Marte dopo 20 anni di isolamento dal mondo, dovrei raccontargli del fatto che abbiamo aspettato 18 anni per sapere cosa succedeva a Ryo dopo essere entrato in quella maledetta grotta in quel giorno in cui io, ragazzo, non sapevo ancora niente su come mi sarei guadagnato da vivere, sulle persone allora sconosciute che mi avrebbero invece accompagnato negli anni e sarebbero diventate il centro della mia vita, sulle persone che avrei perso per sempre, sull'aver dovuto tirare le somme su ciò che avevo ottenuto e su cosa avrei e non avrei potuto ottenere ancora nella vita. Era ancora tutto aperto davanti a me, quando misi piede in quella grotta. Sarei potuto essere chiunque. Aver fatto delle scelte migliori o peggiori.
Ma al di là della mia storia, c' è stata anche la storia parallela di un uomo che per tutto questo tempo, per tutti gli anni che hanno plasmato ciò che sono diventato, ha continuato a stare con la testa in quella grotta e sognare di traghettarcene fuori e mostrarci cosa c' era oltre. Io credo che abbia lottato per farlo. E 5 anni fa il suo sogno e la nostra speranza ha cominciato a prendere forma. Si è lanciato in una scommessa forse più enorme di quanto non avesse mai pensato e chissà se lo avesse saputo se avrebbe continuato a crederci. Fu l'ennesima visione di uno sviluppatore di videogame che aveva consegnato già troppo al mondo: chiedere a noi di credere in lui.
Lo abbiamo fatto! Lo abbiamo fatto ciecamente, fra la derisione e l'incredulità di un mondo che aveva dimenticato chi fosse Yu Suzuki.
E oggi posso dirlo, a distanza di 5 anni, che ogni sua promessa è stata mantenuta, con dignità, con rispetto, con abnegazione, contro un mondo che ha smesso di credere e contro un mercato che non mantiene mai nessuna promessa. Non eravamo noi gli illusi. Eravate voi, che credevate che Yu Suzuki fosse come tutti gli altri.